“Quando il dito indica la luna, purtroppo ancora in molti continuano a guardare il dito. Questa la situazione alla quale stiamo assistendo con riferimento alla vicenda della Società della Salute Versilia.” A scrivere è Buonvento, l’associazione di stampo politico che sostiene il suo creatore, Giorgio Del Ghingaro, che con il primo cittadino di Pietrasanta Massimo Mallegni si è messo in testa di sotterrare la Società della Salute, con l’uscita dei due comuni.

Viareggio e Pietrasanta lasciano e “uccidono” la Società della Salute

Prosegue la nota: “Di fronte alla decisione delle giunte dei Comuni di Viareggio e Pietrasanta di uscire dalla SDS molti, anche tra coloro che avrebbero strumenti e conoscenze politiche utili al caso, si stracciano le vesti e si indignano per la probabile fine di uno strumento tecnico (la SDS appunto).

Troppo pochi, invece, si interrogano sulle vere cause di questa scelta e sulle prospettive di sviluppo che questa intende provocare sul nostro territorio.
Proviamo a fare un po’ di ordine.

La legge regionale (LR 40/2005) individua la ‘zona socio-sanitaria’ (nel nostro caso, la Versilia) come l’ambito strategico per la programmazione e gestione degli interventi di tipo sociale, socio-sanitario e sanitario territoriale.

Ad essa arrivano i finanziamenti nazionali e regionali di competenza ed essa deve organizzarsi per gestire i servizi territoriali nel modo più efficace ed efficiente.

Gran parte del fumo di copertura di chi ha interesse a guardare il dito si basa sulla confusione tra ‘programmazione’ e ‘gestione’.

Le decisioni politico-strategiche spettano alla ‘Conferenza zonale integrata’ (LR 40/2005 art. 12bis), un tavolo al quale siedono i sindaci (o propri delegati) e il direttore della AUSL della zona che assume le proprie deliberazioni con il voto favorevole della maggioranza dei rappresentanti degli enti locali e con il voto favorevole dei componenti che rappresentano almeno il 67 per cento delle quote di partecipazione.

Per la gestione dei servizi, la legge regionale consente alla Conferenza zonale integrata di optare tra due diversi, e ugualmente validi, strumenti: la Società della Salute (art. 71bis) o la Convenzione (art. 70bis).

Lo strumento di gestione dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari territoriali è come un vestito: anche il più bel modello va visto addosso perché non sempre funziona per ogni corpo.

Ci sono zone in cui la SDS ha funzionato splendidamente (come nei casi della SDS Pisana o quella del Valdarno, per rimanere nella nostra area vasta).

Altre zone invece gestiscono da anni gli stessi servizi senza utilizzare la SDS (come nel caso dei comuni della zona di Lucca e della Piana o quelli della zona di Massa-Carrara).

La Versilia aveva creduto che la SDS potesse essere uno strumento di stimolo alla gestione unitaria dei servizi, un’occasione per superare la storica incapacità dei territori a fare sistema e di aumentare la competenza e l’autorevolezza dei Comuni nel doveroso contraddittorio istituzionale con Regione e AUSL per l’allocazione più corretta ed efficace dei fondi.

Viareggio ci ha creduto e con uno dei primi atti di indirizzo del nuovo Consiglio Comunale, nel 2015 ha confermato la propria volontà di optare per la SDS come forma di gestione e si è impegnata a trasferire ad essa, insieme agli altri comuni, i propri servizi socio-assistenziali.

Nel giugno 2016, come atto di ulteriore impegno e come investimento in tale struttura, il Comune di Viareggio ha distaccato una propria unità di personale alla SDS in modo da facilitare il decollo di questa impresa collettiva.

Viareggio ci ha creduto dicevamo e, nonostante i problemi economici dovuti al dissesto, ha investito perché il disegno si realizzasse. Ma quel disegno non s’aveva da fare.

Nei sei mesi in cui il Sindaco di Viareggio ha presieduto la SDS (Del Ghingaro è stato eletto Presidente della SDS nel giugno 2015 ma poi è stato sospeso per la nota vicenda del TAR tra luglio e dicembre dello stesso anno) ha potuto verificare i due principali ostacoli che impediscono la realizzazione di quel disegno.

Il primo ostacolo è dovuto al mancato start-up della SDS. L’inerzia dei Comuni a trasferire servizi e competenze hanno trasformata la SDS in un motore senza carrozzeria né ruote, che macina giri e consuma benzina senza spostare di un millimetro i passeggeri che avrebbe l’impegno di trasportare.

Nel bilancio 2016 il Comune di Viareggio ha registrato oltre 100mila euro di costi di struttura, a fronte della gestione ordinaria dei soli servizi per la non autosufficienza e la disabilità.

Il secondo ostacolo è dovuto all’atteggiamento degli amministratori locali del PD che anziché considerare la SDS come lo spazio tecnico per il governo della domanda sociale e sanitaria, l’efficientamento dei servizi territoriali e la realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria, lo hanno inteso come luogo di esercizio della propria visibilità politica pretendendo che la ‘versiliesità’ (ma forse ancora di più l’allineamento politico) fosse assunto a criterio determinante per la scelta del nuovo Direttore della SDS e che i finanziamenti derivanti dal Fondo Regionale servissero per accontentare anche piccole e piccolissime clientele di paese.

Di fronte a questa deriva, il Presidente De Ghingaro ha posto un veto e lo ha materializzato con le proprie dimissioni: uno spartiacque per mettere i colleghi nella condizione di decidere se continuare questo andazzo o rimettere tutto in discussione.

Quattro Comuni amministrati dal PD (Camaiore, Massarosa, Seravezza e Stazzema) approfittando dell’assenza del Comune di Viareggio (demograficamente pesante quanto loro quattro messi insieme) hanno deciso per tutti e forzando la norma regionale sulle maggioranze necessarie a perfezionare quel tipo di voto, hanno eletto Presidente l’assessore di Massarosa (che, in quanto Vice, avrebbe già di per sé potuto garantire temporaneamente le stesse funzioni).

A questo punto lo strumento è definitivamente inceppato. Non può più funzionare.

A meno che l’attuale presidenza non si dimetta riaprendo cosi una opportuna nuova discussione, la conferenza dei sindaci non potrà che affidare alla ausl la gestione dei servizi e regolarla attraverso specifiche convenzioni alle quali potranno essere affiancati altri migliori strumenti di programmazione, più efficienti ed efficaci nel realizzare finalmente il loro naturale scopo, creare una vera sinergia tra i servizi, rispondendo ai bisogni reali, i bisogni di Salute della gente.

Noi preferiamo ragionare della luna. Lasciamo gli altri a discutere del dito.”

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